IL POPOLO MAYA DA CHI HA AVUTO LA "CONOSCENZA"?


Palenque è un importante sito archeologico situato nello stato di Chiapas, in Messico, vicino al fiume Usumacinta. Si tratta di un sito di medie dimensioni ma, nonostante questo, contiene alcune delle più belle opere architettoniche e scultorie create dalla civiltà Maya. Alcuni resoconti storici la indicano come la più grande città dell'emisfero occidentale ai tempi del suo splendore che comincia circa nel 400 d.C. e prosegue per quattro secoli, fino a quando la città viene misteriosamente abbandonata e lasciata alla giungla. Verso la fine del diciassettesimo secolo, le rovine di Palanque vengono ritrovate da uno spagnolo, Antonio del Rio, che però non da importanza alla cosa e getta nuovamente la città nell'oblio.

Nel Giugno del 1952, Ruz Lhuillier stava lavorando a dei restauri nel Tempio delle Iscrizioni  (qui sotto)                                   


Casualmente si imbattè in una lastra del pavimento munita di alcuni fori. L'uomo vide che la lastra si sollevava e scoprì un passaggio segreto che conduceva ad una piccola cripta situata nel cuore della piramide a diciotto metri di profondità. All'interno della cripta vi era una tomba coperta da una colossale lastra di pietra da cinque tonnellate. Secondo le iscrizioni, in quel luogo era sepolto colui chiamato halac uinic, che significa 'vero uomo'.


  
Dovrebbe trattarsi di K'inich Janaab' Pakal, conosciuto anche come Pakal il grande o semplicemente Pacal. Fu l'ultimo re della grande città di Palenque; la cosa che colpì particolarmente l'archeologo fu la strana incisione sulla lastra di pietra che copriva la tomba: il re Pakal viene infatti ritratto all'interno di quella che potrebbe sembrare una capsula spaziale, o comunque un mezzo volante, intento a tirare leve e pigiare bottoni.



Nella parte posteriore della rappresentazione vi è una struttura che qualcuno ha identificato come un motore, dalla quale si diramano fiamme. La notizia fece scalpore e, verso la fine degli anni 60, la questione venne trattata dallo scrittore svizzero Erich Von Däniken nel suo libro Ricordi del Futuro e anche in Italia da Peter Kolosimo. L'interpretazione dello scrittore si basa sul fatto che i Maya ( e non solo loro) siano stati visitati da una razza aliena di cui ormai si è perso il ricordo. Come riportato ampliamente sul suo libro “Gli dei erano astronauti”, dove descrive tutti gli episodi scritti e raccontati in tutte le religioni del mondo dei cosiddetti dei che provenivano dal cielo con vari mezzi volanti ect…



Nel 1974, un congresso di studiosi diciamo dal pensiero "classico" interpretò diversamente il simbolismo della stele di Palenque; attribuendogli un significato spirituale ed identificando uno ad uno i diversi simboli che si intrecciano nella rappresentazione: in tale contesto, la figura umana centrale viene identificata come il sovrano-sacerdote Hanab Pakal II, posta sopra la maschera del dio della pioggia, da cui si dirama un'albero cruciforme con un serpente bicefalo e l'uccello Quetzal.

Nel 2011 gli studiosi di paleoastronautica hanno fatto realizzare un modello in 3d da Paul Francis esperto di modelli e questo è il risultato.

Ma come si fa a pensare che possa essere raffigurata una sorta di mezzo volante? forse per le innumerevoli e inspiegabili, statue, statuette, artefatti, incisioni che ricordano molto ma molto da vicino oggetti volanti di oggi e non solo.
Incominciamo dalla figura di un Dio con un casco, che si trova presso il Museo Antropologico di Città del Messico. Foto scattata da Tatjana Ingold. Fonte

Durante la sua permanenza presso Cuenca, in Ecuador, Padre Carlo Crespi ricevette molti doni dalla gente del posto, tra cui le statuette mostrate di seguito. Ci sono notevoli somiglianze tra queste statuette ed una tuta spaziale dei giorni attuali. La gente del posto sostiene che gli artefatti provenissero da sistemi di caverne poste nel sottosuolo della giungla. Fonte




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