OGGETTI "FUORI DAL TEMPO" :OOP ARTS



Il passato, la storia, le nostre origini, sappiamo realmente tutto del nostro passato? cè chi dice si e chi dice no. Ci sono luoghi e resti che raccontano qualcosa di diverso da quello che conosciamo. La cosa più importante che possiamo fare come specie umana sia capire noi stessi, purtroppo tendiamo a credere troppo spesso che gli scienziati di oggi sappiano tutto, ma in realtà quando guardiamo la condizione umana scopriamo che non sappiamo quasi nulla di noi stessi, se abbiamo un obiettivo, una missione sul pianeta o se siamo qui per caso. Noi sappiamo pochissimo della nostra storia, abbiamo buona conoscenza degli ultimi 5000 anni ma prima di questi entriamo in un periodo di buio totale.

Ci sono luoghi. oggetti e resti umani che sembrano raccontare un storia completamente diversa da quella che conosciamo.

Il primo ad usare il termine oop art (out of place artifacts) fu  un americano che indicava con questo nome tutte quelle cose, antichi reperti o manufatti  che risultavano cronologicamente fuori posto, oggetti anacronistici che non avrebbero potuto trovarsi in quel particolare concetto. Per esempio un orologio da polso in una tomba romana, o un manufatto in acciaio in una tomba egizia. Abbiamo già parlato, in un altro articolo delle Pietre di Ica, che recano incise immagini di uomini a caccia di animali preistorici a dorso di dinosauri.  Tra i vari monili quelli più impressionanti sono sicuramente quelli ritrovati nelle tombe egizie e in america latina, scolpite a forma di aerei con tanto di timoni,  manufatti che richiamano elementi di aeronautica. 






Gli uomini hanno iniziato a volare, con le mongolfiere, solo alla fine del 700 e circa 100 anni fa sono nati i primi aerei ed allora che ci facevano uomini con tanto di tute spaziali, corredate di caschi curiosi.

Klaus Dona esegue da diversi anni ricerche su molti di questi oggetti "oop art" .....una tazza in ferro ad esempio che è stata scoperta da un operaio in Oklaoma mentre era al lavoro in un centrale elettrica nel 1856.

Frank Kenwood l'ha trovò incastonata in un pezzo di carbone che aveva spezzato.
Il carbone fossile si è formato in un periodo tra i 345 e i 280 milioni di anni fa quando l'uomo ancora non esisteva. Può essere tanto antica una tazza di metallo, e allora come è finita in un pezzo di carbone?In Africa sono state ritrovate diverse statuine di argilla chiamate Nomoli che dovrebbero risalire a circa 17 mila anni fa. Il fatto curioso è che all'interno di esse, era nascosta una piccola sfera di cromo e acciaio, che all'epoca non poteva esistere. Infatti l'acciao è stato inventato nel 1902. Faccio presente che la sfera è stata vista solo quando le statuine sono state sottoposte ai raggi x. Inspiegabile certo. Ma non vuol dire che non esistano.





 E come è finita una impronta umana con calzatura sopra una roccia, l'impronta è stata ritrovata nello Iuta nel 1968, la particolarità e che la calzatura aveva schiacciato un insetto di cui è rimasto il fossile, un Trilobite, un crostaceo primordiale. Ma come fa un piede umano ad aver calpestato un insetto vissuto 300 milioni di anni fa?


Ora parliamo di due oggetti che non sono stati scolpiti o lavorati da mano umana e che hanno creato forte curiosità in molti ricercatori.  Si tratta di ossa fossili, si è pensato immediatamente che appartenessero ad un dinosauro, ma dopo vari tentativi e ricerche  non riusciva a risalire a nessuna specie di dinosauro ed allora qualcuno ha pensato che dovessero appartenere a qualche altra specie per la loro forma particolare. I pezzi (n.2) appartengono ad un gigantesco scheletro frammentato che fu trovato nel 1964 nella parte meridionale dell'Equador, erano rotte e frammentate ma i residenti del luogo si resero conto che si trattava di ossa molto grandi, erano spaventati e non sapendo di cosa si potesse trattare chiesero a Padre Carlos Vaca, sacerdote che lavorava nell'ospedale dell'Equador di raggiungerli per verificare la natura e l'origine di quelle ossa. Padre Carlo Vaca fece dei controlli e si accorse subito che si trattava di ossa umane. Il primo pezzo è parte del calcagno umano, cosi come confermato da specialisti ortopedici e scienziati, niente di strano eccetto per le misure, infatti è grande 5 volte un calcagno di oggi; il secondo pezzo è il cosiddetto osso occipitale che è situato sotto la scatola cranica e ci permette di muovere il cranio in tutte le direzioni, sono identiche alle ossa umane ma sono ben 5 volte più grandi di esse. Se queste ossa fossero appartenute ad un essere umano, questi doveva essere altro 7 metri e 60 cm.















Si può affermare allora che queste ossa sono appartenute ad un gigante, come dimostrerebbero altri ritrovamenti di ossa fossilizzate, un molare, alcuni frammenti di cranio. La teoria sarebbe anche confermata da dei documenti storici redatti da Sieza De Leon uno storico per metà Inca e metà spagnolo , vissuto nel periodo dei conquistadores. Scrisse che lungo la costa  in Ecuador un giorno vennero rinvenuti numerosi scheletri  con un altezza cinque volte superiore a quella normale, all'epoca l'altezza media di un uomo era 1,50 m., quindi il proprietario dello scheletro doveva essere alto 7,50 circa. Sempre in Ecuador è stata trovata un'ascia in granito, molto pesante, lunga 70 cm  dove è possibile notare anche i segni della presenza di una corda avvolta intorno al manico per poterla impugnare più saldamente. Ma non solo in Ecuador, anche in Texas, Stati Uniti negli anni scorsi fu trovato un enorme dito fossilizzato, le radiografie avrebbero confermato la presenza dell'osso e del midollo osseo. Si tratta  di un dito umano autentico risalente a 265 milioni di anni fa ad un epoca quindi ben antica di 260 milioni di anni rispetto alla comparsa dell'uomo sulla terra, almeno secondo il mondo accademico.

Ecco la ricostruzione di come doveva essere l'uomo a cui appartenevano le ossa ritrovate in Ecuador nel 1960.



Viene trovato sul fondo del mare Egeo probabilmente era trasportato da una nave affondata attorno all'80 a.C. quello che sembra un blocco di metallo arrugginito senza valore. Ma in realtà sarà uno dei più grandi misteri della storia IL MECCANISMO DI ANTIKYTHERA. Di cui al solito i comuni cittadini non sono stati informati.
Dopo diversi mesi, l'acheologo Valerio Strais  nel mentre analizza la massa di ruggine sottoponendola ai raggi x, si accorge che si tratta di un meccanismo composto da trenta ingranaggi sui quali vengono ritrovate delle  scitte in greco, che a tutt'oggi non sono ancora state decifrate correttamente e completamente. Le incrostazioni, dovute alla permanenza lunghissima nelle acque marine, lasciano intravedere i denti delle ruote in bronzo perfettamente modellati. Con successivi studi, eseguiti dall'Università americana di Yale il meccanismo è stato ricostruito. Sembrerebbe si tratti di un calcolatore astronomico in  grado di prevedere i movimenti delle stelle, della luna, del Sole  e  della Terra. L'incredibile sta nel fatto che i Greci, come gli altri popoli antichi, non erano in grado di realizzare apparecchiature tanto sofisticate, almeno secondo quanto sostenie l'archeologia ortodossa. Alcune delle sue parti sono talmente innovative che verranno inventate solo nel Cinquecento d.C. (parliamo di un ingranaggio differenziale). Ecco la ricostruzione del meccanismo.



SE VI PIACCIONO I POST, AIUTATEMI A FAR CRESCERE IL BLOG, ISCRIVETEVI.