OGGETTI CHE NON POTREBBERO ESISTERE


Altre prove inconfutabili sull'esistenza di civiltà progredite ancora prima della comparsa sulla terra dell'Homo sapiens, che la scienza ha pensato bene di far finta che non esistano.
Sul numero del 2 aprile del Daily News di Omaha, nel Nebrask, si legge: "Pietra scolpita sepolta in una miniera.
Mentre uno dei minatori era al lavoro per estrarre il carbone nella miniera di Lehigh, a una profondità di una quarantina di metri, si trovò davanti un blocco di roccia che lo lasciò interdetto poichè non riusciva a giustificarne la presenza sul fondo di una miniera di carbone.
La pietra è di colore grigio scuro, ha una lunghezza di circa sessanta centimetri, un'altezza di trenta e uno spessore di dieci. Sulla superficie del minerale, di eccezionale durezza, sono tracciate linee che si intersecano a formare un disegno di rombi perfetti. 
Al centro di ogni rombo si scorge la faccia di un vecchio ritratto con discreta abilità che mostra una strana serie di intagli sulla fronte, intagli che si ripetono in ognuno dei disegni molto simili tra loro. 
Tutte le facce, tranne due, sono rivolte a destra. Come abbia fatto la pietra ad arrivare il quel luogo, sotto gli strati di arenari a una profondità di quaranta metri è un interrogativo al quale i minatori non cercano nemmeno di dare una risposta: sono certi che dove è stata trovata la pietra, il terreno sia rimasto da sempre immune da sconvolgimenti di qualsiasi genere. 
La Facoltà di storia, della tutela dei documenti e di geologia dell'Università dello Stato dello Iowa non hanno fornito alcuna notizia utile. Ma con ogni probabilità il carbone di Lehigh risale al Carbonifero. Fate voi i conti. (allegata tabella delle ere geologiche)


SUOLA DI SCARPA PIETRIFICATA NEL NEVADA

Altro articolo sul New York Sunday American pubblicato nel 1922 a firma del dott. W.H.Ballou il quale scriveva: "qualche tempo fa, mentre andava in cerca di fossili nel Nevada, John T. Reid, stimato ingenere minerario e geologo, si fermo di colpo e rimase a fissare stupefatto e sbigottito una pietra accanto ai suoi piedi. Infatti, una parte della roccia stessa era costituita da quella che sembrava l'impronta di un piede umano. Un esame più accurato rivelò che non si trattava dell'orma di un piede nudo, bensì, di quella della suola di una scarpa che era pietrificata. La parte anteriore mancava ma era rimasto il contorno di almeno due terzi di essa, e parallela al contorno correva una ben definita cucitura che, a quanto sembrava, serviva a tenere attaccata una striscia di pelle tral a tomaia e la suola stessa.

Si scorgeva poi un'altra cucitura e al centro, dove si sarebbe dovuto appoggiare il piede, qualora l'oggetto fosse stato davvero una suola di scarpa, si vedeva un lieve incavo, proprio quello che avrebbe potuto lasciare l'usura di un calcagno sul materiale di cui era fatta la suola. Poichè la roccia dove è stata trovata l'impronta risale a 5 milioni di anni fa, questo reperto è oggi per la scienza uno degli enigmi di più difficile soluzione."
Redi portò l'oggetto a New York, dove tentò di sottoporlo all'attenzione di altri scienziati, geologi e professori. Sono giunti tutti alla stessa conclusione che sebbene la roccia su cui c'era l'impronta risalisse effettivamente al Triassico, l'impronta stessa era una notevole imitazione, un lusus naturae, un "fenomeno della natura", l'imitazione perfetta della suola compresa il filo della cucitura. Cosa molto strana, ma non rara, quando M.Cremo e R. L. Thompson, interessati del caso per la redazione di un libro, hanno fatto richiesta di informazioni  presso il Museo di storia naturale americano, è stato risposto loro che il rapporto del dott. W.D. Matthew (uno degli scienziati che ha visto la suola) non si trovava nei loro archivi. Ricordiamo che il periodo Triassico viene fatto in genere risalire dai 213 ai 248 milioni di anni fa.



PARETE DI BLOCCHI DI PIETRA
Questo è l'estratto di un resoconto di un minatore americano, che scrive : "Nel 1928, io, Atlas Almon Mathis stavo lavorando nella miniera  numero 5, situata a circa tre chilometri a nord di Heavener, nell'Oklahoma. Si trattava di una miniera era così profonda che ci facevano scendere con l'ascensore... veniva pompata l'aria per consentirci di respirare, tanto era fonda. Dopo aver fatto brillare delle mine per estrarre il carbone dalla camera 24 della miniera, i minatori videro a terra diversi blocchi di calcestruzzo. Questi blocchi erano cubi di trenta centimetri di lato e avevano una superficie così liscia e lucida che ognuna delle facce poteva servire da specchio. Eppure erano fatti di ghiaia, perchè quando ne ho spaccato uno con il piccone, all'interno c'era soltanto normale calcestruzzo. Mentre mi accingevo a sistemare le travi di sostegno, crollò il soffitto e mi salvai a stento. Quanto tornai sul posto, mi accorsi che il crollo aveva scoperto un solido muro fatto di questi blocchi levigati. A una distanza di cento, centocinquanta metri più avanti lungo la nostra galleria di ventilazione, un altro minatore si era trovato davanti lo stesso muro o uno molto simile."


Stando  a Mathis, i funzionari della società mineraria fecero uscire immediatamente  gli uomini dalla miniera e proibirono loro di fare parola di quello che avevano visto. Il minerale  in quella miniera apparteneva con ogni probabilità al Carbonifero, e questo voleva dire che la parete come minimo contava un'età di 206 milioni di anni. Riferì inoltre che i minatori di un altra miniera, a Wilburton, avevano trovato anche un solido blocco  di argento a forma di lingotto... che recava l'impronta dello stampo in cui era stato fuso. In questo caso il carbone della miniera risaliva a un periodo tra di 280/320 milioni di anni. Queste sono alcune delle testimonianze  di ritrovamenti tratti da scritti pubblicati nel diciannovesimo secolo e nei primi anni del ventesimo, ma notizie simili continuano a giungere anche oggigiorno.

Le fonti dei sopracitati articoli vedi libro Storia Proibita di A.Cremo e J.Thompson.

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