Secondo il Canone Regio conservato al museo di Torino, la casta dominante da cui provenivano i faraoni sarebbe appartenuta un tempo al popolo chiamato Shemsu-hor, ovvero i "compagni di Horus". Costoro secondo la tradizione egizia avrebbero regnato per 13.400 anni prima dell'ascesa al trono di Menes, il re a cui si deve l'unificazione dei regni. I misteriosi discepoli di Horus vennero infine descritti nelle antiche scritture come i diretti discendenti di quelle "divinità" che abitarono l'Egitto durante lo Zep Tepi (il tempo dell'inizio), un periodo precedente all'ultima glaciazione (diluvio universale) e che corrisponde alla cosiddetta età del Leone (circa 12.000 anni or sono), epoca in cui molti ricercatori credano sia stata costruita la Sfinge e le Piramidi di Giza.
Le prove circa l'esistenza di un'antica casta dominante di diverso ceppo razziale, sono sufficienti a ribaltare completamente l'attuale orientamento ortodosso sulle origini della civiltà egizia.
canone regio |
Il professor Carleton Coon, di Harvard, nel suo libro "The races of Europe" ci informa che anticamente tutti i più importanti funzionari, cortigiani e sacerdoti che rappresentarono la casta superiore della società egizia possedevano sorprendenti crani nordici, in particolare del tipo comune in Scandinavia, Gran Bretagna, Olanda e Germania settentrionale. Questa affermazione non deve sorprendervi, si tratta di conclusione che trova conforto in innumerevoli testimonianze archeologiche rimaste fino ad oggi nell'ombra.
L'archeologo americano George Reisner, durante gli scavi nella piana di Giza, riportò alla luce una piccola piramide con all'interno la raffigurazione di Etepheres (V dinastia), la sposa bionda dagli occhi azzurri di Didufri. Essa venne descritta come una sacerdotessa della dea Neith, una divinità dai capelli biondi della regione del delta del Nilo. Inoltre anche la regina Hetepheres II è raffigurata con i capelli biondi in un dipinto sul muro della tomba della regina Meresankh III.
Dopo anni di studi e di approfondimenti in merito, Scharff arrivò a concludere che l'Egitto dell'età delle Piramidi fu dominato da un'èlite dai caratteri somatici tipicamente nordici.
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Ginger |
Presso il British Museum di Londra è esposta una mummia del 3.300 a. C. soprannominata Ginger a causa del colore rosso dei capelli, dai tratti tipicamente nordici.
La moglie del faraone Zoser è stata raffigurata in un dipinto con i capelli biondi. La mummia della moglie del re Tutankhamon possiede ancora ciocche di capelli castani ramati. Numerose mummie dai capelli rosso-ramati sono state trovate nelle caverne di Aboufaida.
Ed ancora, uno scriba egizio di nome Sakkarah è stato descritto con gli occhi azzurri dai suoi contemporanei. La regina Thi è stata dipinta con una carnagione rosea, occhi azzurri e capelli biondi, come anche la dea Nuit, la madre del faraone Amenhotep IV, la principessa Ranofri, figlia del faraone Tuthmosis III.
Nel 1925 L. H. Dudley Buxton della Oxford University, dopo aver esaminato i resti delle mummie più datate, ben 102 (quelle più antiche e di più alto lignaggio) hanno caratteristiche nordiche, mentre solo 13 sono risultate di colore.Per concludere, la ricerca accademica, invece di confrontare le proprie teorie con l'evidenza dei fatti, usa adattare i fatti alle proprie pseudo-teorie scientifiche ( in realtà vere e proprie ideologie) occultando così le prove idonee a confutarle definitivamente.
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